Valerio Murri – Angelo Alessandrini
Líanemos greca, il principio vitale di ogni essere, il soffio che rende possibile la vita, è il primo richiamo a chi osserva un quadro di Valerio Murri. Un soffio etereo che vela immagini, frasi e volti densi di storia e di significati. I colori utilizzati creano un delicato contrasto. Le figure, pur non essendo in primo piano, sono i veri protagonisti del dipinto, con le proprie storie dal tragico epilogo (Ian Curtis) e le proprie ossessioni. Immagini che hanno il sapore del ricordo, dell’eterno e del celeste; non vive ma vissute. La dimensione del quadro non è di spazio reale, le immagini volano nell’aria, leggere e inafferrabili: “…la cosa che più mi interessa è la soglia che sta fra astrazione e figurazione, fra genericità e specificità.”.
Figure di forma determinata , definite e limitate, con colori decisi e decisamente vivi, sono i personaggi di Angelo Alessandrini. Il tono sempre presente del rosso dà risalto alla vitalità dei dipinti. Le immagini rappresentate sono spesso simboli, icone di sacralità, volti meditativi, mai superficiali, anche se in atteggiamenti provocatori o semplicemente naturali.
Anima e corpo, spiritualità e materia, gesti quotidiani e pensieri sull’eterno si incontrano e si intrecciano nei due pittori presentati, si scambiano e si confondono per cercare di scovare e catturare nell’intimo. Così si utilizzano toni freddi e distaccati per rappresentare figure e drammi reali, colori intensi, immagini dall’aspetto appiattito, uniformato, a richiamare matrici religiose.
Milano, 10 giugno 2008
Via Pietrasanta, 12 Milano